I giapponesi lo sanno da sempre: niente problemi cardiaci né sovrappeso grazie alle proteine contenute nel pesce; aumentarne il consumo non può che farci bene
Sono pochi i giapponesi in soprappeso e pochi quelli con problemi di cuore; il contrario di quanto succede in Europa e in misura ancora maggiore negli Stati Uniti. Ciò dipende in gran parte dalla dieta composta, tra l’altro, di pesce crudo. Così il sushi (riso bollito e pesce crudo avvolti in foglie d’alga) è migrato nei nostri ristoranti, un po’ per moda, un po’ per curiosità, un po’ perché, effettivamente, è ideale per la linea. In questa stagione, in cui la voglia di dimagrire e di mangiare cibi freschi è più forte, aumentare il consumo di pesce è comunque una buona idea. Possiamo farlo e sperare, con questo, di perdere peso? Sì, ma occorrono alcune precisazioni.
Il “lusso” della porzione abbondante
Nessun altro alimento proteico permette, più del pesce, di mantenere basso l’apporto di grassi saturi. È un bel vantaggio per chi segue una dieta: si può coprire il fabbisogno di proteine senza “sforare” con i grassi e le calorie. In pratica, non si è costretti a ridurre in modo drastico le razioni, che è uno dei motivi per cui spesso le diete falliscono. Inoltre, il minor apporto di grassi saturi è un vantaggio per chi vive nei paesi industrializzati, dove la necessità di abbassare il livello di colesterolo e trigliceridi nel sangue è comune a moltissime persone.
Perché questi benefici si verifichino, però, occorre che il consumo di pesce sia regolare e non saltuario. Non serve a molto mangiarlo nelle occasioni speciali o solo al ristorante, bisogna che sia presente in tavola almeno due volte la settimana, e l’ideale sono tre porzioni ogni sette giorni. Un altro vantaggio del pesce è l’alta digeribilità, dovuta al fatto che la sua muscolatura ha minori fasci connettivi rispetto alle carni bovine, suine e al pollame.