Qualcuno lo chiama civetta, qualcuno rondine di mare (ma non vola come un uccello) a Genova è la “Treggia vulante”, a Catania il “Corvu di mare”, la maggior parte di noi se lo vede non sa proprio attribuirgli un nome. Eppure abita tranquillamente il mar Mediterraneo, nuotando tra i 10 e gli 80 metri di profondità. Ha grandi pinne pettorali che quando vengono aperte formano una spettacolare ruota, che serve ad atterrare sui fondali marini in cui tende a mimetizzarsi.
Il pesce civetta è il classico esemplare destinato a dividere: per alcuni è bellissimo, per altri un mostriciattolo. Pochissimi sanno che è commestibile. Non aspettatevi un sapore particolarmente ricercato, raffinato o persistente ma, nonostante un naturale e appena accennato tono amarognolo, se ben cucinato fa la sua figura, eccome. Perché una volta pulito attentamente (sfilettarlo è piuttosto semplice grazie alla compattezza della carne) dal pesce civetta si ricavano filetti particolarmente adatti a preparare condimenti per la pasta.
Da provare per esempio il ragù di civetta con pomodorini del Piennolo, a condimento di un piatto di linguine o meglio ancora con gnocchi di patate. Sicuramente è adatto per una zuppa di pesce, grazie alla sua notevole capacità di tenere la cottura. Il pesce civetta o rondine però, diventa decisamente sorprendente nella ricetta dei “paccheri al profumo di rondine”, perché sembra nato per accompagnare la cipolla. È bene ricordare che non è affatto scontato trovarlo in Pescheria. Ma come sempre, per chi fosse interessato, ci pensa MAVI PESCA.
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